Crosio: «Ignorati i miei emendamenti. Il Governo calpesta il diritto all’autonomia della provincia di Sondrio»

jonnycrosio«Il Governo ha ignorato i miei emendamenti calpestando il sacrosanto diritto all’autonomia della provincia di Sondrio. Ringrazio chi con me ci ha creduto: tutta la Lega Nord e i colleghi di altri partiti che li avevano sottoscritti a cominciare dall’ex ministro Giulio Tremonti. Da convinto federalista continuerò la mia battaglia, non mi rassegnerò mai perché la ruota gira e non è escluso che prima o poi anche Roma riconoscerà il nostro diritto all’autonomia».

Il senatore Jonny Crosio prende atto di quanto avvenuto questa mattina ai suoi emendamenti al disegno di legge di riforma costituzionale, complessivamente sette, che chiedevano l’autonomia per le province interamente montane di Sondrio e di Belluno, l’elezione diretta del presidente e l’attribuzione delle competenze in materia di energia e di demanio idrico. «Non c’è stato nulla da fare e l’esito non è stato una sorpresa - commenta il senatore Crosio -: da forza di opposizione a un governo che si sta dimostrando ogni giorno più centralista e accentratore, la Lega Nord sta conducendo una battaglia solitaria a tutela dei territori. Seppure senza speranze concrete, da senatore eletto in provincia di Sondrio e da federalista mi sentivo in dovere di provarci in tutti i modi in questa occasione, così com’è avvenuto in passato e come continuerò a fare. La gente di Valtellina e Valchiavenna - aggiunge - deve sapere che questo Governo sta progressivamente annientando i territori, tagliando i trasferimenti statali e azzerando gli enti locali: tutto, ma proprio tutto, verrà deciso a Roma. Questo è ciò che ci aspetta».

Martedì è atteso il voto finale, l’esito è scontato. «Altro che riforma, la Costituzione è stata trattata come se fosse un regolamento di condominio - conclude il senatore Crosio -, il Governo è passato sopra a tutto e a tutti, senza ascoltare le legittime istanze dei territori. Ma io non mi arrendo e continuerò a battermi affinché la nostra gente possa essere messa nelle condizioni di decidere il suo futuro».