Agricoltura di montagna, Fava: massimo supporto da Ente pubblico
(Lnews - Ponte in Valtellina/So) "Abbiamo bisogno di concludere un percorso di riorganizzazione del comparto agricolo, con il massimo supporto dell'ente pubblico, e l'idea che questo intervenga a fronte di progetti che arrivano dai territori. Ma non è il pubblico che decide cosa fanno i privati. Gli strumenti ci sono, sono stati utilizzati poco all'inizio".
Lo ha spiegato l'assessore all'Agricoltura Gianni Fava, che ha incontrato il consiglio di amministrazione dell'azienda Melavì a Ponte in Valtellina (So) e i vertici della fondazione Fojanini, a Sondrio. In mattinata l'assessore lombardo ha avuto un incontro con allevatori in rappresentanza dell'associazione provinciale, insieme al presidente di Apa Sondrio, Plinio Vanini.
AREE SVANTAGGIATE - "Sulle misure di montagna, in particolare - ha proseguito Fava - per gli investimenti, le domande sulla 4.1 hanno pareggiato le risorse. Rispetto alla prima edizione della stessa misura, l'anno scorso, la propensione all'investimento anche nelle zone svantaggiate di montagna è decisamente aumentata. Un fatto molto positivo. Abbiamo intenzione di fare uscire nuove misure, mantenendo la modalità usata finora, per cui le risorse specifiche per la montagna stanno in un capitolo per la montagna: graduatorie non più provinciali, ma aree svantaggiate e non svantaggiate, con il vantaggio per le prime di usare tutto il plafond di risorse fino al completamento. Alla montagna vanno risorse a prescindere dalla capacità di produrre, va premiato lo sforzo di saper gestire e presidiare il territorio".
INCONTRO CON GLI ALLEVATORI - "Con l'associazione allevatori di Sondrio abbiamo, quindi, ragionato sulle prospettive gestionali - ha ricordato Fava - e sul tema delle associazioni allevatoriali in questo territorio, alla luce del fatto che l'associazione provinciale allevatori ha di fatto mantenuto la propria autonomia. Un dato positivo, anche se saranno necessari alcuni interventi per cui abbiamo immaginato un percorso comune con Regione Lombardia".
AUTONOMIA MANTENUTA - "Il ritardo dello Stato sul piano operativo nazionale sulla biodiversità - ha spiegato l'assessore - ha creato una condizione di grave disagio su tutto il sistema allevatoriale e a maggior ragione su quello di montagna, dove le aziende sono di dimensioni inferiori allo standard medio. Il rischio è che Sondrio venisse annesso a Brescia, una realtà molto dissimile. La specificità della montagna è stata salvaguardata, ora dobbiamo capire se ci sono strumenti per garantire risorse adeguate. Abbiamo perciò ipotizzato un percorso comune, con la provincia di Sondrio e l'Apa stessa, utilizzando gli strumenti disponibili".
RILANCIO PER LA MELA - Fava ha incontrato oggi pomeriggio il nuovo consiglio di amministrazione di Melavì, in particolare il presidente Bruno Delle Coste. "La situazione è complessa, la remunerazione della materia prima ai produttori è assolutamente insoddisfacente - ha denunciato l'assessore -, al di sotto del minimo vitale in alcuni casi; ciò rischia di pregiudicare lo sviluppo del comparto nei prossimi anni. Siamo disponibili a intervenire con gli strumenti del Psr, sia per l'innovazione e la ricerca, ma anche per promozione e investimenti. Stiamo valutando l'ipotesi di riaprire i piani di filiera, che il precedente Cda non aveva utilizzato: si possono fare investimenti oltre che sugli impianti aziendali anche su quelli produttivi, con finanziamenti a fondo perduto fino al 50%". C'è in gioco il futuro delle mele di Valtellina. "Non possiamo permettere che il comparto subisca troppi scossoni" - ha insistito Fava, ricordando che non si deve smettere di investire. "Ho poi deciso di sostenere un piano di promozione nel quale coinvolgere la grande distribuzione lombarda - ha annunciato l'assessore - , dal momento che non è il mercato a mancare, ma la capacità di remunerare il prodotto".
FOJANINI, RIFERIMENTO PER IL COMPARTO - "L'incontro con il presidente Graziano Bottoni e il direttore Flavio Murada alla Fondazione Fojanini - ha sottolineato Fava - è servito per fare il punto su alcune nuove attività e una sostanziale revisione del core business di questa fondazione, che resta nell'alveo dell'agricoltura di montagna, ma tende a specializzarsi. Abbiamo parlato di vitigni resistenti di Nebbiolo, di sviluppo di nuove modalità di ricerca e sperimentazione e sulla capacità dei vitigni di resistere alle diverse problematiche ambientali, e nuove attività da porre in essere a supporto del mondo della mela, l'altra grande tematica in discussione, con l'idea che la Fojanini diventi uno strumento operativo a supporto dell'attività agricola e zootecnica della valle".