Arrigoni al centro migranti di Cremeno: quasi tutti clandestini
Il senatore lecchese: non c’è un siriano, un iracheno o un eritreo, ma nigeriani e pachistani di cui solo 4 su 100 vengono riconosciuti come rifugiati.
Il Senatore lecchese della Lega Nord, Paolo Arrigoni, si è recato a Cremeno per incontrare il sindaco Pier Luigi Invernizzi che nei giorni scorsi aveva denunciato vecchi e nuovi problemi legati alla presenza di richiedenti asilo sul proprio territorio. Dapprima si è tenuta una riunione in Municipio, alla presenza dei responsabili degli uffici comunali; successivamente è stato eseguito un sopralluogo alla ex Colonia Artigianelli che ospita i richiedenti asilo, alla presenza dei responsabili della Cooperativa Domus Caritatis.
“Il numero di ‘ospiti’ del CAS (Centro di Accoglienza Straordinario) nella frazione di Maggio è eccessivo e non è assolutamente diminuito, come invece da due anni l’amministrazione comunale va richiedendo alla Prefettura di Lecco. Anzi, è successo il contrario. Nel centro adoggi sono saliti a 130 i richiedenti asilo. Altro che accoglienza diffusa tanto sbandierata. In questo piccolo paese della Valsassina il rapporto rispetto ai residenti (circa 1500) è di 85 richiedenti asilo ogni mille abitanti, ampiamente distante dal parametro di 2,5 che il Governo sta pensando di applicare sull’intero territorio italiano” interviene il Senatore Paolo Arrigoni, che è anche componente del Comitato parlamentare Schengen.
“A Cremeno si trova conferma di quanto sia superficiale ed inefficace la gestione dell’immigrazione operata dal Governo italiano. Tra i 130 ospiti non c’è un siriano, un iracheno o un eritreo, nazionalità che effettivamente hanno bisogno di protezione internazionale. Le maggiori presenze sono invece di nigeriani e pachistani, cioè nazionalità per le quali le statistiche del Ministero dell’Interno – non della Lega - attestano un riconoscimento del 4% dello status di rifugiato. Risultato? Anche a Cremeno come in tutto il paese viene erogata assistenza nella maggior parte a migranti economici, cioè clandestini. Questo è inaccettabile, economicamente e socialmente, soprattutto per i lunghissimi tempi di valutazione dello status, che per molti dei 130 ospiti è stato confermato supera abbondantemente l’anno di attesa” prosegue il parlamentare lecchese.
“Quello che poi aggiunge ulteriori problemi e preoccupazioni ai primi cittadini sono le recenti disposizioni legislative che riconoscono al richiedente asilo l’iscrizione all’anagrafe comunale. Queste non solo comportano obblighi e carico di lavoro all’ufficio anagrafe all’atto dell’iscrizione per il conseguente rilascio della carta d'identità; soprattutto, determinano incombenze lunghe (12 mesi), costose e con grande impegno di personale per le pratiche di cancellazione per irreperibilità dei migranti, fenomeno questo che a Cremeno in questi giorni sta riguardano ben 43 soggetti sui 96 che avevano ottenuto la residenza. In merito, ho accertato che non esistono procedure chiare e trasparenti verso il Comune!".
"Inoltre - continua Arrigoni - è rilevante il rischio che una volta che il richiedente asilo deve uscire dal sistema di accoglienza a seguito di positivo esito dell’istanza, non potendo magari entrare nel sistema SPRAR ad oggi saturo, che egli decida di rimanere residente sul territorio, ma senza assistenza e dunque pesando sui servizi sociali del Comune. Tutto questo è grave ed è inaccettabile che ricada sui comuni, soprattutto quelli piccoli come quello di Cremeno, già al collasso per i tagli alle risorse e per vincoli vari e sul personale. Per tutto quanto oggi ho accertato, anche in qualità di componente del Comitato Schengen, assumerò presto in Parlamento iniziative di denuncia e proposta” conclude Arrigoni.