CALDEROLI, NUOVO RECORD PER RENZI: DEBITO PUBBLICO MAI COSÌ ALTO, NONOSTANTE L'AUMENTO DELLE TASSE. CRESCE IL COSTO DEL CENTRALISMO, CHE AUMENTEREBBE CON LA RIFORMA COSTITUZIONALE

imageComplimenti a Matteo Renzi, che ha raggiunto un nuovo record: come certificato oggi dalla Banca d'Italia, il debito pubblico ha infatti toccato a luglio un livello mai visto prima, superando i 2.250 miliardi di euro. Questo nonostante nei primi sette mesi del 2016 le entrate tributarie siano risultate in crescita di quasi il 5% rispetto allo stesso periodo del 2015, dato che fa sospettare che le dichiarazioni del premier su una presunta riduzione della pressione fiscale non siano altro che propaganda. Andando ad analizzare l'aumento del debito, si scopre che mentre diminuisce il fabbisogno delle amministrazioni locali, massacrate dai tagli, a crescere di 3,5 miliardi di euro è quello delle amministrazioni centrali dello Stato, proprio quelle in cui la riforma costituzionale vorrebbe accentrare tutto il potere, cancellando di fatto gli enti più vicini ai cittadini, che invece si dimostrano virtuosi. Una ragione in più, se mai ce ne fosse ancora bisogno, per confermare il nostro NO ad un referendum per il quale attendiamo sempre di conoscere la data del voto.

Lo afferma il sen. Roberto Calderoli, Vice Presidente del Senato e Responsabile Organizzazione e Territorio della Lega Nord