Bilancio regionale. Pedrazzi (Lega): “Meno ostacoli e più sicurezza nella realizzazione di vie ferrate, sentieri e siti di arrampicata della Lombardia”

Milano, 17 dicembre. Approvato dal Consiglio Regionale un emendamento al Pdl 38 relativo al Bilancio Regionale proposto dal consigliere Simona Pedrazzi che interviene, senza incidere sulla finanza pubblica, per garantire una maggiore facilità e sicurezza nella fase di realizzazione delle vie ferrate, dei sentieri attrezzati e dei siti di arrampicata inclusi nella Rete Escursionistica della Lombardia.
“Attualmente - spiega il consigliere Pedrazzi - non tutte le attrezzature e le tecniche costruttive possono essere certificate in base alla normativa vigente in materia di sicurezza. I sentieri attrezzati e le vie ferrate, infatti, sono composte da due elementi, cioè la “linea di sicurezza” e la “linea di progressione”, che non necessariamente sono presenti entrambe. Gli accessori che servono per agevolare la progressione come ad esempio le pediglie, i gradini, le scale e le catene, di fatto, non possono essere certificati in base alla normativa vigente in materia di sicurezza. I materiali di cui devono essere costituiti, invece, sono definiti nelle linee guida del Collegio nazionale delle guide alpine e sono quindi spesso assoggettati alle specifiche norme tecniche delle organizzazioni europee ed italiane di normazione (es: CEN – Comitato europeo di normazione; UNI - Ente nazionale italiano di unificazione). L’emendamento che ho proposto e che è stato inserito nel Progetto di Legge approvato oggi - conclude Pedrazzi - interviene quindi attraverso una piccola modifica al comma di un articolo della Legge, per creare una precisazione che va nella direzione di facilitare e garantire una maggiore sicurezza nella realizzazione delle vie ferrate, dei sentieri attrezzati e dei siti di arrampicata appartenerti alla rete escursionistica della nostra Regione. Spiace che Pd e M5S non abbiamo compreso l’importanza del provvedimento votando contro i primi e astenendosi i secondi, dimostrando in questo modo la loro lontananza verso gli interessi del territorio montano”.