ON. GRIMOLDI (LEGA). URGENTE RIMUOVERE LE SANZIONI ALL'ERITREA: ALIMENTANO POVERTA' ED EMIGRAZIONE.

20 SETT - "Il mutamento della situazione politica richiede l'eliminazione delle sanzioni contro l'Eritrea, sanzioni che alimentano solo la povertà e l'emigrazione verso l'Europa. Per questo ho chiesto in un'interrogazione parlamentare rivolta al Ministro per gli Affari Esteri, e presentata insieme ai deputati leghisti Matteo Bianchi e Alberto Ribolla, quali iniziative il Ministro intenda assumere e promuovere riguardo, sia in ambito nazionale che europeo e internazionale". 
Lo dichiara il vice presidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati e deputato della Lega, on. Paolo Grimoldi, che ha presentato un
interrogazione parlamentare rivolta al Ministro degli Esteri in cui si ricorda che
"la recente elezione del nuovo premier etiope Abiy Ahmed ha costituito un elemento di svolta positivo per il miglioramento dei rapporti tra Etiopia, Eritrea e Somalia. Ahmed e Isaias Afewerki, presidente dell'Eritrea, hanno firmato congiuntamente, in data 9 luglio 2018, una dichiarazione di pace e di amicizia basata sulla formalizzazione della fine del conflitto e la promozione di una stretta cooperazione in ambito culturale, sociale, economico, politico e di sicurezza, con l'obiettivo di riagganciare i rapporti diplomatici e ripristinare il commercio, le comunicazioni e i collegamenti. Tale dichiarazione di pace è motivo sufficiente per attivarsi al fine di cessare le sanzioni indette nel 2009 e nel 2011, peraltro motivate da presunte interferenze eritree in Somalia; tali sanzioni sono estremamente severe e impediscono una qualsiasi fattiva collaborazione fra Eritrea, in primo luogo, e l'Europa, e a maggior ragione l'Italia, non solo in materia di cooperazione economica o di commercio, ma anche e soprattutto di controllo del fenomeno migratorio". 
I deputati leghisti Grimoldi, Bianchi e Ribolla, nell'interrogazione parlamentare, sottolineano poi che "il 70% di coloro che giungono nell'Unione europea dichiarandosi eritrei, in realtà, provengono soprattutto da altri Paesi limitrofi (Etiopia, Somalia e Sudan), ciò in conseguenza proprio delle sanzioni del 2009 e 2011, perché sulla loro scia l'Unione europea ha attuato una politica di «fare i ponti d'oro» a qualsiasi eritreo che abbandonasse il Paese, promettendogli rifugio politico e incentivando così la migrazione di giovani eritrei verso l'Europa, in particolare l'Italia, ma soprattutto di cittadini di Paesi limitrofi che, in assenza di documenti, sanno d'aver tutto da guadagnare a dichiararsi cittadini eritrei".