La Nato verso il vertice di Bruxelles

Il vertice della Nato, che si terrà a Bruxelles l’11 e 12 luglio, si svolgerà in un momento in cui il valore politico dell'Alleanza è messo in discussione da differenti attori.

L'agenda è piena di questioni difficili: dalla ripartizione delle spese al tema della cooperazione Nato-UE; fino alla questione della gestione delle relazioni con la Russia e della cosiddetta "politica della porta aperta", in particolare per quanto riguarda la regione dei Balcani.

 

Paolo Grimoldi
 
In vista del vertice Sputnik Italia ha raggiunto per un approfondimento deputato della Lega e Segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi.

 

— Da una settimana dal vertice della NATO il presidente americano Donald Trump invece di twittare come al solito, scrive una lettera agli alleati. Il suo messaggio è ben chiaro: spendete di più in difesa o perdiamo la pazienza. On. Grimoldi, considera legittima la protesta di Trump con i partner Nato, che non investono almeno il due per cento del loro budget in campo militare?

— Io ritengo che anche all'interno della Nato sia cambiato il vento. La Nato è sempre stata un'alleanza militare ma anche all'interno dell'alleanza atlantica c'è qualcuno che non vuole più pagare per qualcun altro. Lo si vede in termini economici tutti i giorni e non mi riferisco solo alla politica di Trump, lo si vede anche in Europa. C'è chi vuole concentrarsi sulla politica di "Made in…" e c'è chi invece che non lo vuole fare, chi vuole più dazi, chi vuole meno dazi. Diciamo che a tutti livelli, Nato compresa, siamo in una nuova stagione, dove l'ipocrisia è venuta meno e si torna a guardare le cose per quelle che sono, dove ogni paese all'interno dell'Europa o della Nato o di altri organismi internazionali alla fine fa i propri interessi, come sarebbe dovuto essere normale da molto tempo. Quindi, Trump da un po' la sveglia su quella che è la situazione generale ma in particolare sulla Nato.

— Cosa, a Suo avviso, deve rispondere il premier italiano a questo reclamo di Trump?

 

 

— Dipende che cosa vuol dire gli investimenti militari. Io per difendere i miei confini, gli investimenti militari li faccio molto volentieri. Se invece devo inventarmi consorzi internazionali per la produzione di armi negli Stati Uniti o in qualche altra parte, sono sicuramente meno favorevole. Quindi, dipende per cosa vengono spesi. Io da sempre dico che i confini vanno difesi. Questo è la posizione della Lega. Noi oggi spendiamo 4,7 miliardi euro per immigrati clandestini, forse pagare per controllare le frontiere per non avere qualche clandestino in più, sarebbe più utile. 

— Tra i 29 stati membri della NATO, 14 hanno fatto piani per raggiungere l'obiettivo di spesa militare del 2% entro il 2024. Quanto l'Italia dovrebbe destinare alla difesa per non fare i sacrifici inutili?

 

 

— Questo bisognerà chiedere a chi è all'interno del governo. Io non faccio parte del governo ma le dico la mia opinione. Sono favorevole all'aumento del 2 per cento, dipende però quale la volontà politica. Se la volontà è facciamo un'altra guerra per andare a prendere gli immigrati clandestini, questi investimenti sono inutili. Se invece la volontà politica è quella di difendere i nostri confini, di tutelare la nostra economia, il nostro territorio dall'arrivo degli immigrati clandestini, sono favorevolissimo. Però investimenti militari non devono essere assolutamente in contrapposizione, per esempio, alla Russia, perché il nostro problema non è la Russia, il nostro problema è al sud, è l'Africa e a sudest la Siria, da dove arrivano gli immigrati clandestini e dove ci sono i tagliagole dell'Isis.

— Entro l'anno Lettonia, Lituania e Romania dovrebbero raggiungere questo famoso benchmark del 2%. In vista della visita del presidente Mattarella in Lituania, il presidente Dalia Grybauskaite nella sua intervista al Corriere della sera ha sottolineato che i paesi baltici sono sotto "l'assedio russo" ribadendo la necessità di rafforzare la difesa dell'Alleanza Atlantica? Condivide i timori del presidente Grybauskaite?

 

 

— Non sono lituano e non conosco i motivi di apprensione del presidente lituano. Mi permetto sommessamente di dire che la Lituania è sicuramente all'interno dell'Alleanza atlantica però mi sembra fantascienza pensare che la Russia abbia velleità sul preso della Lituania perché questo scatenerebbe la terza guerra mondiale nucleare. Mi rendo conto della storia della Lituania del periodo dell'Unione Sovietica e di questo il presidente lituano ha tutta la mia solidarietà e comprensione, dopodiché nel 2018 i problemi per l'Europa e per la Nato mi sembrano altri…

— "La Nato, il rapporto transatlantico, per Italia e Lituania è una delle stelle polari in politica estera", — lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Secondo Lei dopo queste parole, il nuovo governo rivedrà la presenza dell'Italia nella zona del Baltico?

 

 

— Anche questa domanda deve fare agli esponenti che fanno parte del governo. Però io penso che se noi mandiamo qualche soldato in più a pattugliare i confini esterni dell'Europa, da dove potenzialmente possono arrivare i terroristi, forse è più utile che mandare i soldati a pattugliare i confini russi, dove francamente dalla Russia gli immigrati clandestini in arrivo o in uscita ne vedo ben pochi.

Il vero problema dell'Europa negli ultimi 10 anni, guardano la cronologia, è il suo vulnerabile sistema di sicurezza che non ha potuto prevenire gli attacchi terratici e questi attacchi terroristici avevano una matrice ben definita di provenienza, di religione, di cultura. Quindi, io preferirei di avere i soldati che mi vigilino ai confini da dove possono arrivare questi terroristi.

— Cresce l'attesa per il vertice tra i leader di Usa e Russia previsto per il 16 luglio a Helsinki. Secondo il Cremlino, verranno discusse le prospettive per un ulteriore sviluppo delle relazioni bilaterali e questioni di attualità nell'agenda internazionale. Quali sono le Sue aspettative per il primo vero bilaterale tra Putin e Trump?

 

 

— Io penso che sia Putin, sia Trump siano due presidenti che hanno deciso di mettere al primo posto la tutela dei propri cittadini. Questo aspetto li rende due persone degni del rispetto perché nel continente dove vivo io fino a ieri si immaginava mondo meraviglioso, dove nessuno faceva i propri interessi, stando fuori dalla realtà. Ritengo che in questo incontro ci sarà una discussione franca per quello che sono gli interessi degli Stati Uniti e della Russia e i due leader ci metteranno d'accordo, come normale che sia. Registro una cosa: in Europa c'è anche qualcuno che dice che con Putin non vuole parlare perché è "brutto, cattivo e è un dittatore". A parte che è Putin è stato democraticamente eletto, il fatto che ci sia qualcuno che non vuole dialogare con Putin la dice lunga sulla miopia politica dell'Europa, a differenza di Trump, che ovviamente al di là dei problemi di carattere politico che anche lui può avere in patria e del suo rapporto con Putin, il dialogo c'è l'ha e non si fa problemi sul fatto che Putin viene stupidamente e erroneamente visto come un dittatore.

FONTE: Sputnik Italia