Dalla Franciacorta alla Bassa esplode il «no» all'accoglienza. Lega: «Falsa solidarietà: prima pensiamo agli italiani»

presidio GambaraUn pomeriggio «contro». Contro l'arrivo di nuovi profughi e contro la politica dell'accoglienza che, secondo la Lega Nord, è servita solo a far fare affari «a qualcuno».

Così, bandiere al vento, il Carroccio è sceso in strada per protestare il suo malcontento. A Corte Franca in mattinata i militanti hanno manifestato pacificamente, in via Mattei, davanti alla cascina Clarabella dove sono presenti alcuni extracomunitari.

Al sit in erano presenti anche il leader provinciale della Lega Paolo Formentini, Toni Iwobi responsabile federale per l'immigrazione della Lega Nord, il consigliere regionale Fabio Rolfi accompagnati da parlamentari e dal segretario della Lega Nord Franciacorta Damiano Gandossi. «La Lega - hanno detto i vari rappresentati del Carroccio - ha voluto essere qui a Corte Franca davanti alla sede legale della cooperativa Clarabella per ribadire con forza che prima di tutto bisogna pensare ai cittadini italiani e non ai clandestini. Pensate che per gestire 22 presunti profughi che hanno piazzato in vari paesi si spendono 277.300 euro all'anno. Nel contempo non ci sono i soldi per la nostra gente, per chi fa fatica ad arrivare a fine mese. È una cosa vergognosa». Non solo. «I Comuni - ha sottolineato il segretario del Carroccio paolo Formentini - sono sempre più tartassati: sempre più spesso accade che l'accordo è fra privati e prefettura. In tal modo i sindaci vengono bypassati e seppur contrari ad avere profughi sul loro territorio, se li ritrovano in appartamenti privati affittati dalle cooperative».

Stessa protesta anche a Gambara, frazione Corvione, dove una cinquantina di persone ha partecipato ieri pomeriggio al presidio organizzato dal segretario della Lega Nord Bassa Bresciana, Eva Lorenzoni, contro la presenza di una quindicina di profughi arrivati giovedì ed ospitati nell'ex ristorante Corvione. Tra i presenti diversi sindaci della Bassa (da quello di Ghedi Lorenzo Borzi, di Remedello Francesca Ceruti, di Bagnolo Mella Cristina Almici, Isorella Chiara Pavesi e Pontevico Roberto Bozzoni), oltre al segretario provinciale della Lega. Il presidio inizialmente annunciato in Piazza San Salvatore, proprio davanti all'ex ristorante Corvione, che ironia della sorte è di proprietà di un parente della leghista Lorenzoni, ma affittato ad un privato che si è convenzionato con la Prefettura di Brescia per ospitare i profughi, è stato spostato di alcune decine di metri in uno spiazzo adiacente una cascina. Nella zona del parcheggio dall'altro lato della strada limitrofa a Piazza San Salvatore, una discreta presenza di forze dell'ordine, dai carabinieri della stazione di Gambara, rafforzati dai colleghi della Compagnia di Verolanuova, e dagli agenti della polizia locale, mentre più defilato c'era un reparto del terzo Battaglione Lombardia di Milano in assetto antisommossa.

Davanti ai militanti della Lega con alcune bandiere Formentini è tornato a ribadire la linea dura del partito: «Questa finta, falsa accoglienza - ha affermato l'esponente leghista - non ha nulla di umanitario. Discrimina i nostri concittadini. Siamo di fronte ad una mistificazione che denunciamo con forza, perchè si tratta di clandestini e non di profughi. Inoltre molte amministrazioni vengono scavalcate». DURISSIMO il sindaco di Ghedi Borzi: ha sottolineato che queste operazioni creano sempre problemi alle pubbliche amministrazioni, che già devono dedicare energie ai giovani e anziani, aggiungendo che i tagli complicano ulteriormente le cose. «Io e il mio gruppo di maggioranza siamo contrari e non siamo neanche disponibili a discutere di questi argomenti e soprattutto non voglio essere scavalcato, sono qui per solidarietà verso i miei colleghi», ha detto. Sulla stessa lunghezza d'onda Bozzoni che ha raccontato la sua esperienza a proposito dello stabile dismesso messo a disposizione dalla Provincia per allestire una tendopoli. «Fortunatamente - ha aggiunto - ad oggi il pericolo sembra scongiurato. Stesse considerazioni quelle del sindaco di Bagnolo Mella, Almici, dove si era ipotizzata una sede in un impianto industriale privato». Ed anche ad Isorella, ha spiegato il sindaco Chiara Pavesi, analoga situazione con la sola differenza che l'immobile è di proprietà comunale e per di più inagibile e quindi non c'è la disponibilità da parte del comune. Rolfi invece ha ringraziato i sindaci «coraggiosi» intervenuti, con parole di apprezzamento perchè si «oppongono ai diktat della Prefettura che nessuno ha eletto», e difendono la comunità impedendo che queste «porcate» si ripetano.

Gianbattista Manganoni Fausto Scolari per Breasciaoggi.it