PONTIDA 2016, Salvini rilancia l’autonomia leghista «Mai servi, neanche di Berlusconi»

pontida-2Dal palco di Pontida il segretario chiude il raduno: se volete Alfano o Verdini cercatevi un altro. Orgoglioso degli accordi con Le Pen. Bossi: « L’obiettivo resta la secessione»

«Se qualcuno pensa che il futuro della Lega sia quello di un piccolo partito servo di qualcun altro, di Berlusconi o di Forza Italia, ha sbagliato». Matteo Salvini rilancia l’autonomia della Lega Nord dal palco di Pontida, chiudendo la tre giorni del tradizionale raduno del Carroccio. «Voglio cambiare il paese ma come voglio io, voglio accordi scritti con il sangue», ha proseguito Salvini, cui non interessa «prendere il 4% e venti parlamentari di cui non me ne faccio nulla non mi interessano le poltrone. Accordi al ribasso non se ne fanno». Il segretario ha detto di essere «orgoglioso di tutto quello che abbiamo fatto, del resto qualche problema ce lo siamo creati in casa noi».

Le parole di Bossi

Parole quelle del leader della Lega anche in risposta a Umberto Bossi, che poco prima era intervenuto dal palco, attaccando la linea del partito nazionale promossa da Salvini. La Lega «non potrà mai essere un partito nazionale», ha detto il Senatur , sostenendo che l’obiettivo deve rimanere la «secessione» della Padania. «Io ho ascoltato in questi tempi con molta attenzione la Lega - ha concluso Bossi -. La Lega è in un momento di grande confusione, è stata né carne né pesce, ma la Padania resta nel cuore e nella testa».

Salvini e il richiamo all’unità: «L’avversario è fuori»

Salvini, nel corso del suo intervento, ha chiarito anche la posizione della Lega rispetto alla proposta del centrodestra di Stefano Parisi: «Se ti chiami Scajola, stai con Alfano, Fini e Verdini. Non con me. Se voi volete questa gente, cercate un altro segretario federale», ha detto riferendosi alla convention dell’ex manager, senza citarlo direttamente ma parlando di «congressi mummificati». L’avversario, secondo Salvini « è fuori». «Si vince se siamo uniti, se si discute dove si deve discutere ma non portando in piazza le paturnie. Chi va su facebook a rompere le palle o a fare le pulci al segretario di sezione, è fuori. Ne fai uscire uno e ne entrano 50. Un po’ di pulizia», ha auspica il leader della Lega.

Una riforma per il presidenzialismo

Dopo aver votato «No» alla riforma costituzionale di Renzi, «noi cambieremo la Costituzione», ha proseguito il segretario del Carroccio, proponendo un «presidente della Repubblica eletto dai cittadini, che abbia potere di governare e di scegliere i ministri». Questa riforma, ha aggiunto, sarebbe in senso federale con «una sola camera con il proporzionale, i referendum sui trattati internazionali, il vincolo di mandato e i giudici eletti dal popolo».

«Paese sta insieme con il federalismo»

Dai possibili alleati del centrodestra all’Europa, Matteo Salvini non vede contraddizione fra il progetto nazionale della sua Lega e la vocazione all’indipendenza delle regioni del Nord: «Prima ci liberiamo dall’Europa dei massoni e delle banche, poi ognuno decide come fare», ha detto . «Questo Paese - ha aggiunto il segretario leghista - sta insieme solo come aveva detto il genio di Gianfranco Miglio. Sta insieme con il federalismo, con l’insieme delle diversità». «Sono orgoglioso - ha detto - di aver fatto accordi con Marie Le Pen, gli austriaci ma anche con Putin. Questa è la strada poi ognuno vedrà. Perché se oggi vado a bussare a Roma mi risponde un usciere o al massimo Renzi. Il vero nemico è a Bruxelles», ha proseguito. Prima del suo intervento per la giornata conclusiva del raduno di Pontida, Salvini ha fatto visita agli stand dei sostenitori, soffermandosi in particolare davanti al banchetto dei giovani padani, che esponevano una maglietta con scritto «Il mio Papa è Benedetto»:«Papa Benedetto aveva idee molto precise sull’Islam. Quelli che invitano gli imam in chiesa non mi piacciono», ha commentato il leader del Carroccio.

Gli interventi di Maroni e Zaia

Poco prima dell’intervento di Salvini, hanno parlato dal palco anche Roberto Maroni e Luca Zaia : «Lombardia e Veneto sono le due regioni più avanzate e tartassate da Roma ladrona», ha detto il governatore lombardo, sostenendo che c’è «una grande azione comune del lombardo-veneto, perché la nostra missione è di difendere i nostri cittadini, i nostri territori e il nord». «Quale è il nostro programma? Ascoltare il popolo - ha aggiunto poco dopo Zaia -. Oggi esistono due correnti di pensiero. Quella centralista di Renzi e il suo referendum, poi c’è la nostra che dice se c’è un posto di lavoro vicino a casa deve andare prima alla nostra gente».

Il Corriere.it