Hub brianzoli sotto la lente dell’Asl. L'assessore Bordonali: "Controlli continui"

Monza, 1BRESCIA 06/05/2008;IL PRIMO CONSIGLIO COMUNALE DOPO LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE;BORDONALI0 settembre 2015 - Controlli dell’Asl nei centri di accoglienza profughi di tutta la Brianza e occhi puntati sulle condizioni igienico-sanitarie.

Lo ha annunciato l’assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione, Simona Bordonali, rispondendo in Consiglio regionale a un’interpellanza leghista sulle "criticità igienico-sanitarie nei centri di accoglienza per i richiedenti asilo della provincia di Monza e Brianza".

L'assessore ha presentato la relazione dell’Asl di Monza, spiegando che "lo scorso 4 settembre sono stati effettuati i sopralluoghi di verifica presso i centri di accoglienza".

"L’Asl - ha aggiunto l’assessore - ha premesso che l’utilizzo dei locali di accoglienza, non esistendo normativa specifica riferibile a tali situazioni, sia assimilabile, in parte, in base alle normative vigenti, agli ostelli per la gioventù e che debba pertanto possedere alcuni requisiti indispensabili per questi ultimi. Ad oggi, però le documentazioni tecniche richieste agli enti gestori e proprietari, non sono ancora pervenute".

Nello specifico, su oltre 800 profughi attualmente in Brianza, sono 314 quelli arrivati da poco e quindi ancora ospitati nei centri di primissima accoglienza, ribattezzati «hub», perché forniscono i primi interventi. Nel centro del Comune di Monza in via Spallanzani vivono 65 ospiti, mentre a Limbiate, nell’edificio messo a disposizione dalla Provincia e gestito dal Consorzio comunità Brianza, sono presenti in 76. A Carate Brianza i richiedenti asilo sono 22, mentre ad Agrate Brianza si registra il maggiore affollamento, con 151 persone.

"L’Asl - ha precisato l’assessore Bordonali - ha specificato che l’istruttoria verrà completata con la valutazione delle planimetrie e dell’ulteriore documentazione richiesta agli enti gestori e ai proprietari. Per parte nostra continueremo a monitorare le diverse situazioni e ad inviare controlli mirati laddove arrivano sollecitazione dal territorio".

La verifica è stata chiesta dal capogruppo della Lega Nord al Pirellone, Massimiliano Romeo, che nei giorni scorsi ha invitato la Regione a intervenire, ed eventualmente chiudere, gli hub fuori norma. "È evidente la volontà comune di far rispettare le regole - dice Romeo -. Le criticità maggiori sono state rilevate a Limbiate, dove gli impianti sanitari non risultano in numero sufficiente rispetto a quanto prevede il regolamento locale d’igiene. Non sono poi state esibite le dichiarazioni di conformità dell’impianto elettrico e termico. E per quanto riguarda Monza l’Asl ha segnalato uno scarso grado di pulizia della pavimentazione delle tende da campo e anche in questo caso non sono state esibite le dichiarazioni di conformità degli impianti. Ad Agrate si è invece rilevata la presenza di cavi non opportunamente canalizzati collegati ai ventilatori".

All'iniziativa leghista il Pd replica rilanciando. "Sono d’accordo nel sostenere che ad Agrate l’affollamento non è più sostenibile sotto diversi punti di vista - dice il capogruppo democratico in Regione, Enrico Brambilla -. Ma bisogna trovare soluzioni mettendo a disposizione altre strutture pubbliche. E la Regione potrebbe fare la sua parte mettendo a disposizione tutto quello che ha sul territorio, tra cui il vecchio ospedale di Vimercate. Tutto ciò sempre pensando a contingenti limitati, non al grande hub da centinaia di persone, ma piccole strutture da una trentina di posti per volta. Poi - continua Brambilla - sono d’accordo anch’io sul fatto che bisogna velocizzare i tempi di istruttoria delle domande, ma nel frattempo diamo risposte vere, smettendo di creare casi inesistenti che fanno assumere alle cose dimensioni peggiori, ma cercando di governare il fenomeno".

Nel mirino il giallo del caso di tbc a Limbiate. La Lega, documenti alla mano, ha dato la notizia di un caso tra i profughi. "È un’informazione distorta - replica Brambilla - .Già lo scorso anno, quindi prima che aprisse il centro, c’erano stati dei casi di tbc e quello a cui ci si riferisce ora riguarda una persona con regolare permesso di soggiorno ospitata in tutt’altro centro".