«Chiedo 36 euro al giorno per i telgatesi in difficoltà invece che per i profughi»

Il sindaco manda ai cittadini il modulo da compilare. "Non è una provocazione, manderò realmente le richieste al Governo". L'idea potrebbe contagiare altri Comuni amministrati dalla Lega Nord

fabrizio sala_0Telgate, 29 giugno 2015 - Fa discutere a Telgatel’iniziativa del sindaco leghista Fabrizio Sala, che ha chiesto al governo di sostenere con i 36 euroche lo Stato riconosce giornalmente per l’ospitalità di ogni profugo, i residenti in difficoltà del suo paese. «Sono quotidianamente messo a conoscenza - sottolinea il primo cittadino nella lettera che nei prossimi giorni arriverà nelle abitazioni di tutti i cittadini - di situazioni drammatiche dovute alla crisi economica: giovani che non trovano un’occupazione, anziani che tirano a campare con una pensione che garantisce loro a malapena una vita dignitosa. Ritengo pertanto che sia mio dovere, in qualità di sindaco, farmi carico delle situazioni di disagio in cui si dibattono molti miei cittadini».

In allegato i telgatesi riceveranno un modulo da compilare entro il 4 settembre, in cui si dichiara e si motiva «una situazione socio economica di fragilità», chiedendo l’attivazione di un contributo giornaliero di 36 euro. «L’erogazione di tale importo potrebbe essere elargita in cambio dello svolgimento di opere o prestazioni a favore dell’intera collettività», specifica Fabrizio Sala.

Che tiene a precisare: «La mia non è una semplice provocazione. Spedirò realmente le richieste di finanziamento al governo». Il via libera all’iniziativa è arrivato sia dal commissario della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi, sia dal segretario provinciale del Carroccio Daniele Belotti e ha ricevuto il beneplacito anche dal leader dei lumbard, Matteo Salvini. Non è escluso che il progetto venga esteso anche ad altri Comuni amministrati dalla Lega Nord.

L'amministrazione comunale di Telgate era salita agli onori della cronaca nei mesi scorsi, a causa dellacosiddetta ordinanza anti-Ebola con la quale il primo cittadino aveva preteso di negare il diritto di “dimorare” in qualsiasi struttura di accoglienza del paese bergamasco se non esibendo un certificato medico di buona salute. Il documento era stato impugnato per ragioni di “discriminazione indiretta” da Cgil, Asgi, Cooperativa Ruha e dall’Anolf, associazione legata alla Cisl. Alla prima udienza, celebrata il 21 aprile scorso in Tribunale, il giudice aveva invitato il Comune a valutare la revoca o la modifica dell’ordinanza sulla base dei due principi dell’articolo 32 della Costituzione (che vieta trattamenti sanitari obbligatori) e del divieto di provvedimenti discriminatori mirati ai soli stranieri. Il primo cittadino aveva deciso di aggirare l’ostacolo emettendo contestualmente un documento molto simile all’originale, in cui mancava però qualsiasi riferimento al virus Ebola.

Fonte ilgiorno.it Articolo di Michele Andreucci