‎SCUOLA‬: ‪‎ARRIGONI‬ (LN), FIDUCIA SIMBOLO DECLINO IRREVERSIBILE RENZI

parrigoniROMA, 26 GIUGNO - " La decisione di porre la questione di fiducia sul disegno di legge scuola è un atto di imperio, è un nuovo schiaffo al Parlamento. Dopo la batosta del PD alle ultime amministrative e gli incubi del malaffare di mafia capitale, proprio con il disegno di legge scuola c'è stata la volontà del Premier di ritornare alla formula del Renzi 1, quello della sfida muscolare, nell'illusione di ritornare ai successi e consensi del primo periodo di Governo. Questo, però, non accadrà mai! La fase del declino è stata imboccata ed è irreversibile, con un PD sempre più dilaniato". Lo ha detto Paolo Arrigoni, senatore della Lega Nord che entrando nel merito dei contenuti della riforma sottolinea che " alla Lega non sta bene che il Governo, senza coinvolgere il Parlamento, possa decidere di seguire le linee dell'Organizzazione mondiale della sanità sull'educazione sessuale dei bambini o sui principi che si stanno diffondendo sempre più nelle scuole, legati alla cosiddetta cultura gender. È rischiosissima anche la chiamata diretta degli insegnanti da parte del dirigente, soprattutto in certe aree del Paese dove ci saranno reclutamenti di tipo clientelare, anziché in base alle competenze. Ai dirigenti scolastici viene poi concesso un enorme potere che rende concreto il rischio che possa essere esercitato in maniera distorta. Manca un organo di garanzia che vigili sul loro operato: non sempre, infatti, troviamo nei dirigenti persone illuminate. Inoltre riteniamo che non possa essere dato un eccessivo potere senza precisare la necessità che lo stesso dirigente debba possedere una cultura della distribuzione di responsabilità verso i suoi collaboratori. Qui si stanno creando le basi - spiega Arrigoni - per la nascita di posizioni di isolamento, se non di contrapposizione tra il dirigente e il personale della scuola". Chiara quindi la posizione della Lega Nord che, conclude Arrigoni, " dirà no alla fiducia e a quest'opera di smantellamento della scuola pubblica, che rischia di essere ridotta a una pluralità di piccole aziende agli ordini del preside-sceriffo di turno".